sabato 2 agosto 2008

Una proposta per favorire lo sviluppo equilibrato delle imprese

Il tentativo di imbrigliare il dilagante utilizzo di stipendi stratosferici, fring benefit e delle stock option che i manager delle grandi imprese si assegnano a tutto svantaggio dei piccoli azionisti che vedono gli utili sfuggire, la dissennata crescita dei prezzi dei prodotti, con la conseguente crescita dell'inflazione, in un mercato, quello del nostro paese, tanto piccolo da potersi definire, in un modo o nell'altro, captive, ed, infine, il tentativo di poter intervenire sul livello delle tariffe dei servizi a parità di qualità del servizio offerto, spingono a fare proposte che hanno il principale scopo di contribuire alla chiarezza del rapporto tra costi, prezzi ed utili.

Nella logica su esposta, al fine di separare nettamente l'impresa dalla persona che in questa lavora,
  1. le piccole imprese familiari, artigiani, commercianti e professionisti:
  2. dovranno distinguere i costi e i ricavi dell'attività professionale dai redditi personali. Pertanto i titolari di queste imprese dovranno:
    • iscrivere nel proprio bilancio annuale, civile e fiscale, per l'attività svolta in favore dell'impresa, il valore di retribuzioni convenzionali per se stessi, e per gli eventuali familiari.
    Tale retribuzione, che sarà soggetta ai prelivi contributivi e fiscali di legge utilizzati per i lavoratori dipendenti, non potrà essere inferiore alla retribuzione media nè alla retribuzione minima sindacale del settore, per la funzione svolta.
    • L'imprenditore che svolge la propria attività al servizio della propria impresa non può essere considerato solo un imprenditore ma è sempre più, contemporaneamente, un lavoratore oltre che un investitore.

    Così procedendo l'utile di impresa potrebbe essere tassato come è tassato qualsiasi investimento finanziario (attualmente al 12%).
    Le imprese incapienti, a meno che non dimostrino di avere investito in ricerca e sviluppo, potranno essere "accertate".
    Con un evidente vantaggio per l'imprenditore che paga le tasse per il reddito di impresa come investitore ed è tassato come un qualsiasi dipendente per il proprio reddito di lavoro con un evidente risparmio fiscale.
    Le entrate dello Stato, a propria volta, guadagnano da chi sinora le ha pagate in parte o non le ha mai pagate, l'evidente opportunità di recuperare contributi di legge per quanto riguarda la previdenza, il fondo pensioni, il Servizio Sanitario, ecc.
    A questo proposito:
    • il fondo liquidazione relativo ai dipendenti di questo tipo di imprese, se lasciato in azienda, potrebbe essere conferito ad un gestore che avrà il potere di riversare il versato, dopo averlo assicurato, alle necessità produttive dell'imprese, se da questa richiesto allo tasso di rivalutazione stabilito dalla legge più uno spread per il servizio prestato dalla banca.

    realizzando così un procedimento che chiarisce i ruoli ma non cambia la sostanza dell'attuale procedura e che permette al piccolo imprenditore di non ritrovarsi a dover versare somme molto spesso non liquide.


  3. Tutte le imprese

  4. Distinguendo, anche in questo caso, tra impresa, cittadino azionista e contribuente soggetto alla fiscalità generale, dovranno:
    • dichiarare in bilancio le retribuzioni del proprio top management, il monte compensi di ciascuno dei propri organi statutari ed i relativi fringe benefit

    sarà detraibile per il bilancio fiscale solo il corrispettivo valorizzato a prezzi di mercato nella misura della pura retribuzione diretta calcolata a parametri standard medi di settore e di funzione.

    • I contributi e/o finanziamenti statali non possono coprire spese per il personale eccedente uno standard di mercato di volta in volta predefinito.

    • Le imprese che ricevono autorizzazione alla cassa integrazione guadagni dovrà restituire le cifre erogate non appena la situazione produttiva lo consentirà.

    La Cassa Integrazioni Guadagni funzionerà così come un fondo rotativo, una sorta di assicurazioni, aperto a tutte le imprese eliminando le storture applicative tra le imprese e non facendo pagare il sempre più frequenti buchi di produzione (che non sempre significa crisi strutturale per le aziende)


  5. Più in generale:

  6. Le imprese che forniscono servizi soggette al controllo di una Autority

    • Dovranno separare nettamente, e non solo contabilmente, le attività soggette al controllo dell'Autority

    • Il livello degli utili conseguiti da queste imprese che supera un certo limite predefinito sarà tassato con una aliquota più alta

    • non dovranno essere conteggiate, nella determinazione della tariffa, le spese non essenziali alla produzione del servizio (pubblicità, spese promozionali, spese generali non direttamente connesse, eventuali sconti, ecc.)

    Eliminando le storture di contabilità che esprimono costi assolutamente sovradimensionati, di cui le imprese, per forza di cose non si sentono responsabili.

    Con un indiscutibile miglioramento dei prezzi dei servizi ed una più equa remunerazione del servizio prodotto






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