sabato 8 gennaio 2011

Dove dovrebbe andare il PD

L'attenzione dei media in questi mesi è tutta orientata alle attidudini al relax serale del presidente del consiglio. E con i media anche i nostri politici. Nelle stesse ore in cui in televisione si parlava delle attività personali di Silvio Berlusconi, gli operai del gruppo Fiat, invitati in massa alla trasmissione in "1/2h" dimostravano una maturità e una capacità di analisi ampiamente disattese dal mondo industriale. Quel mondo che, intontito, pende dalle labbra dell'amministratore delegato della Fiat/Chrysler.

Sono stanco, non voglio più essere un moderato  voglio una casa che mi rappresenti e che creda in quello che fa.

Cari amici, la Fiat ha sempre sbagliato le proprie strategie. Ha acquistato a suo tempo la Lancia e poi l'Alfa Romeo solo per farle diventare un puro marchio per acquisirne il relativo mercato,  non avendo, i propri dirigenti, la forma mentis di utilizzarne il potenziale di mercato di riferimento. In una folle corsa tesa a ridurne i costi  del lavoro (meno dell'8% dei costi totali) e per  inseguire un mercato povero di cui non è stata capace di averne a disposizione i numeri necessari a competere.  Poco è mancato che in questo girone dantesco non siano finite anche la Ferrari e la Maserati. Merito del vecchio Enzo Ferrari che glielo ha impedito per tempo.
Nel mercato globale altre aziende europee hanno investito per valorizzare i propri marchi con prodotti a maggior valore aggiunto destinati a ricchi mercati di nicchia. Raccogliondone i frutti in termini di valore aggiunto prodotto e di quote di mercato acquisito.
Ora Marchionne sta traghettando la Fiat fuori dal paese verso gli Stati Uniti in un letale abbraccio con la Chrysler. E' una strategia di lungo termine portare i pianali e i motori Fiat in un mercato che sta virando verso tecnologie innovative come p.e. l'ibrido e l'elettrico? Secondo me è una politica di breve termine senza futuro.
La strategia (sic!) di quasi tutte le migliaia e migliaia di piccole imprese che solcano il nostro paese che, nate nello stesso periodo quello del boom economico del dopo guerra, vedono i loro proprietari costretti a monetizzare il proprio investimento in una impresa, spesso fuori mercato, che i propri figli non sono capaci o non sono interessati a ristrutturare e rilanciare.

Ma questo e solo scenario e non è questo l'argomento di cui vorrei parlare.

Vorrei far capire, piuttosto, ai nostri amici del PD che il signor Berlusconi, per il quale sembra che i nostri rappresentanti abbiano una speciale attrazione, parla e si muove nello stesso modo dei suoi elettori, interpretandone le pulsioni, i bisogni e le, nascoste, aspettative e che per qusto vincerà sempre e ancora eventuali elezioni. Un extrapolitico che è a capo di un governo che in questi anni , purtroppo, ha, attraverso  elusioni  ed omissioni, fatto molte cose, come elenca l'ambasciatore Romano in un suo fondo sul Corriere della Sera di qualche settimana fa, molte cose di destra.
Rivoltando completamente il futuro del nostro paese!
Berlusconi capo di un governo che non governa, se non sollecitando ai suoi la propria immunità, e che gestisce un gruppo di uomini che si muovono tutti, così come ha fatto nel PD Bassanini con la legge che regola la democrazia nei comuni, nel solco del verbo craxiano.
Tutti possono fare tutto, chi governa ha poteri illimitati, limitatando la democrazia in istituzioni che nessuno è chiamato a controllare. Sovvertendo di fatto la Costituzione e liberalizzando le istituzioni che il paese con tanta fatica si era dato. Tutte novazioni che sono state introdotte facendo mancare il necessario ri-bilanciamento tra i poteri dello Stato, bisogno  essenziale di una qualunque Costituzione.

Può il PD riuscire a vincere la battaglia delle elezioni in questo contesto?

Il PD non potrà mai più riportare il paese alle condizioni pre Berlusconi se continua al inseguire il sogno di raccogliere voti al centro.
I voti dei moderati, si dice, siano il luogo per vincere in qualunque paese. I voti di persone degne che lavorano  sodo artigiani, commercianti, professionisti. Un luogo dove il signor Tremonti ha messo la propria rete arricchendoli, dividendo il paese tra pochi ricchi e tanti paria.
Persone che non voteranno mai e mai più nè uomini di Centro Sinistra nè tantomeno uomini della Sinistra. Gente che ha paura di dover ricominciare a pagare tutte le tasse, gente perbene che  sogna di poter essere capace di vivere la vita privata del capo del governo, giovani pensionate sessantenni e settantenni innammorate del redivivo Gary Grant di turno che si masturbano da mane a sera, giovani sognatori che immaginano di poter somigliare  al capo e non si accorgono di vivere in un paese piccolo con un piccolo mercato che si può scalare solo come ha fatto il proprio capo. Uno che, fra milioni, ha vinto la lotteria dell'intesa con Craxi.

Il PD, per vincere, deve fare, e dichiarare in tutti i consessi, una politica di sinistra riconoscendo che essere riformisti di destra è profondamente diverso che esserlo di sinistra:
  • Parlando di equità sociale e di lotta all'evasione fiscale e di reintroduzione dell'ICI per le prime case per far fronte all'impellente necessità di finanziare l'innovazione e la cultura.
  • Parlando di defiscalizzazione e decontribuzione piena per le start up dei giovavi e per le imprese che si dedicano alla ricerca con l'università.
  • Parlando p.e. di "servizio civile" per i giovani e gli anziani disoccupati.
  • Reintroducendo il versamento dei contributi assicurativi per tutti gli occupati ed eliminando tutte le forme gratuite di occupazione determinata.
  • Introducento forme di trasparenza nella gestione del fondo pensioni (scorporandone le pensioni sociali e le forme di sostegno alle aziende in crisi).
  • Parlando di "politica industriale", o meglio programmando il cammino verso un paese post industriale.
  • Reinventando il rapporto tra imprenditore, uomo che rischia il proprio capitale per averne un utile, e  il proprio dipendente, uomo o donna che sempre più presta all'impresa la propria partecipazione creativa e sempre meno la propria attività meramente produttiva.
  • Bandendo dal proprio vocabolario le parole centro, sinistra radicale, padroni, moderato, ecc.
  • Dando, finalmente, "cuore e rappresentanza" al proprio simbolo. Così da mandare a casa, i tanti, propri rappresentanti deboli e far rinascere una classe politica nuova ed impegnata.
  • Reintroducendo forme di controllo sui piccoli comuni,  circa 8.000 entità politiche, il cuore del paese reale,  gestiti da tanti Cetto La Qualunque arroganti vittime di attraenti falsi imprenditori.
  • Togliendo alle Regioni la gestione del Servizio Sanitario, costringendoli così ad interessarsi della propria Regione.
  • Abbandonado l'idea di fare del paese uno Stato federale. Dettato che la costituzione aveva immaginato in un momento storico ben diverso dall'attuale dove la globalizzazione pretende risposte adeguate.
  • Raccogliendo, infine, la sinistra dispersa.
Pescando, così, tra il quasi 40%,  di gente che non vota e non voterà più per disgusto che ha della attuale politica.
Credo che molti di quelli delle primarie vuole esattamente questo. Se il PD dovrà per questo perdere qualche pezzo, meglio così. Meglio aver perso un Rutelli che finire nella fogna della non rappresentanza.