domenica 21 novembre 2010

Linee guida per un programma politico per il comune di San Nicola Arcella (Cosenza Calabria)

Assunto che la maggiore ricchezza per il paese in termini economici sono le entrate derivanti dal cittadini non residenti, circa 1,2 milioni di euro/anno per l'amministrazione comunale e circa 9/10 milioni di euro di attività produttiva per le imprese (attività marine, commercio al dettaglio, ristorazione, manutenzione , attività artigianali ei commerciali) e che il turismo che è interessato al nostro territorio è quello naturalista ed ambientalista, le linee guida possono articolarsi su:
  1. Lavorare per creare ricchezza per il territorio ( e non come si è fatto sinora ponendo attenzione alle sole entrate comunali) su una ipotesi di rigenerazione urbana provando a pensare San Nicola come la città del mare e della natura e, attraverso la valorizzazione della mare, del paesaggio, della natura circostante progettare la valorizzazione delle tradizioni, della storia, dei luoghi dell'urbanità. E quindi:
    • Bloccare qualunque ulteriore licenza di costruzione a meno delle case per residenti e di proposte di licenze per alberghi tradizionali a conduzione familiare, per favorire una lievitazione del valore delle abitazioni e quindi selezionare la qualità degli ospiti non residenti;
    • Lanciare un piano di manutenzione delle 4500 abitazioni dei non residenti favorendo con incentivi l’utilizzo di energie solari e l’accorpamento di unità immobiliari;
    • Proporsi di aiutare le imprese edili a trasformarsi da costruttori a manutentori facendogli fare un importante salto qualitativo;
  2. Proporsi un piano del verde cittadino, ampliando le aree comunali destinate a verde, alleandosi con il Parco del Pollino e favorendo la creazione di una cooperativa per la manutenzione del verde;
    • Introducendo il principio di prelazione del amministrazione comunale su ogni terreno messo in vendita o attraverso il conferimento al parco cittadino;
    • Creando opportunità di produzione di energie alternative;
    • Fondendo le attività di gestione del verde con quelle della raccolta dei rifiuti.
  3. Accettare la richiesta di aderire al Parco Marino della Riviera ei Cedri. E quindi:
    • favorire le attività relative ed ausiliari alle attività di pesca (attrezzatura per alaggio, punto vendita, ecc. cosa che riguarda appena 4/5 barche e 2/3 imprenditori);
    • riorganizzare il porto naturale, un porto storico che funziona come riparo ormai da più di 2000 anni, riscrivendo le regole di utilizzo in termini di riduzione dell’inquinamento da idrocarburi (p.e. imponendo l’utilizzo di motori elettrici per l’approdo);
    • rivalorizzando le aree SIC investendo con l’aiuto del Parco per la rinaturalizzazione ed il ripascimento dell’area che va dall’isola di Dino a Capo Scalea (Sito di Interesse Comunitario)
    • favorendo la formazione di iniziative per la pesca sportiva ed il controllo dell’area SIC
    • Per realizzare tutto ciò proporsi una importante azione di riduzione dei costi passivi dell’amministrazione comunale trasformandoli in costi attivi, ciò è costi destinati a dare reddito aggiuntivo, per esempio:
      • Utilizzando il fatto che con i nuovi prossimi assunti, gli LSU, l’organico del comune si allarga fuori misura, bisognerà usare il surplus di persone per mettere ordine sul territorio comunale p.e. utilizzandoli per scovare possibili abusi e probabili elusioni, creando, così, occasioni di maggior reddito per l’amministrazione comunale.
      • Riunire, in accordo con i comuni viciniori della parte calabrese del Golfo di Policastro, alcune funzioni comunali;
      • Pulire il bilancio comunale di presunti crediti e rinunciare a recuperare imposte che risulta ormai troppo costoso perseguire;
      • Abbandonare finalmente l’inutile ed enorme costo passivo della improbabile riconciliazione delle liste dei contribuenti (finora sono stati spesi, nel tempo, quasi un milione di euro per questo), attivando azioni attive;
      • Assegnare, finalmente, un nome univoco alle strade cittadine ed un nunero univoco alle abitazioni ai condomini ai parchi. Un impegno essenziale ad evitare il flop (forse voluto) di ogni azione di verifica dei residui attivi vantati.
      • Semplificare la riscossione del servizio idrico integrato e della tarsu passando dalla imposizione individuale a quella dei condomini come avviene in qualsiasi grande città (si riducono costi della riscossione da 100 ad 1) .
      • Risparmiare su costosi progetti per inutili e velleitari investimenti;
      • Imporsi di utilizzare le entrate dell’ICI dei non residenti, circa 1,2 milioni di euro/anno, solo per investimenti e non per mantenere i costi dell’amministrazione comunale.
      • aumentare il numero e la qualità dei servizi offerti ai cittadini residenti, migliorare la qualità dei servizi offerti ai cittadini non residenti.
    • Creare occasioni di traparenza ammnistrativa, attraverso:
      • L'istituzione di un Organismo Indipendente di Valutazione della performance [ .... ], (ai sensi dell’art. 14 del decreto legislativo 150/2009);
      • Verificando i costii benefici per la communità degli investimenti, prioitizzandoli, prima di definirne la possibile finanziabilità;
      • Implementando le pregorative della Consulta dei Cittadini non residenti;
      • Completando l'attività di informazione attraverso il sito del comune mettendo in linea non solo le delibere ma anche i verbali della Giunta e del Consiglio e gli allegati tecnici connessi.
    • Favorire la crescita qualitativa delle imprese legate al turismo stagionale favorendo:
      • l’ampliamento della stagione utile anche attraverso l’avvio del Centro di Eccellenza, l’utilizzo corretto del Palazzo dei Principi di Lanza;
      • la valorizzazione del Centro Storico favorendo l’utilizzo attivo delle abitazioni ora abbandonate, il rifacimento della pavimentazione delle strade, la creazione di botteghe artigiane;
      • valorizzando, con l’aiuto del Parco del Pollino, le colline retrostanti il paese procedendo alla riforestazione, al supporto alle aziende agricole, ovine e bovine li presenti, creando percorsi pedonali assistiti.
    • Ridurre drasticamente i costi dei servizi (Idrico, Reflui, Spazzatura). I costi dei Servizi non pesano sull’amministrazione ma solo sui cittadini per questo ancor più una amministrazione deve operare senza discriminare tra residenti e non residenti. E quindi:
      • Poichè il servizio idrico è gravato da un uso smodato e non verificato dell’acqua, sarà necessario ridurre i consumi non utili (p.e. le perdite del troppo pieno del serbatoio), ma anche rivedere la composizione del costo e la sua ripartizione su cui si calcola la tariffa. Questo influirà anche sull’importo pagato per i reflui ( calcolato sulla quantità dell’acqua addebitata).
      • L’enorme costo della raccolta della spazzatura può essere di molto diminuito ottenendo un miglior risultato organizzando un porta a porta basato sui condomini (edifici, condomini, parchi) e realizzando una vera politica della raccolta differenziata.
      • Utile potrebbe essere la fusione della raccolta dei rifiuti con la gestione del verde del territorio comunale. Ciò potrebbe avvenire favorendo una iniziativa che abbia quale attività il ciclo che parte dalla serra e vada fino all'utilizzo della parte umida (scarti alimentari e p.e. potature) per generare concimi o energia.
      • Realizzare, finalmente, il riutilizzo dei reflui per l'agricoltura e per mantenere umidi gli spazi a verde delle colline circostanti, combinando la enorme produzione estiva di reflui con il bisogno di ridurre al minimo gli incendi estivi.
    • Ecc.ecc.

        mercoledì 3 marzo 2010

        Una nuova Calabria!

        La politica: Giuseppe De Rita, in un suo recente articolo sul Corriere della sera    ha osservato che :
        "la situazione politica è radicalmente mutata, per opera di un accelerato processo di sfarinamento di ogni realtà o ipotesi di tradizionale forma-partito; ....... vincono i «cacicchi», capi e capetti locali, quelli che lo sono già effettivamente e quelli che pensano di avere abbastanza carisma per diventarlo. [Questa] non è una dinamica destinata a rientrare"
        Questa situazione nel meridione del paese, ma specie in Calabria, è una realtà, non  da ora. La Calabria con i suoi circa 2.milioni di abitanti (dati al ottobre 2009) la seconda ... città italiana dopo Roma (2,5 milioni di abitanti) e prima di Milano,(1,3 milioni di abitanti), è una regione amministrativamente formata da cinque capoluoghi di provincia  e 410 comuni di cui 389  (il 94,9%) ha meno di 15.000 abitanti.  Ma di questi 326 ( l'83,8%) ha meno di 5.000 abitanti.  Per di più i comuni con meno di 3.000 abitanti sono 243 (il 59,3% del totale). I comuni con meno di 1.500 abitanti sono 132 (il 32%  del totale ma con il 40,5% della popolazione che abita la Regione). La popolazione calabrese rappresenta il 3,3% della popolazione del paese grazie, solo, al contributo di una costante crescita dell'immigrazione, proveniente dal resto del paese e dall'estero, che ha fermato la drammatica riduzione consuntivata tra il 1991 eil 2001 (-22,0%).
        Il combinato disposto di queste osservazioni, mescolato con la debolezza e il disinteresse che sul tema mostrano le disposizioni  del relativamente recente "Testo unico sull’ ordinamento degli enti locali" (Decreto Legislativo 18 agosto 2000, n. 267)  in termini di potere ceduto  ai sindaci e alla maggioranza  relativamente ai comuni piccoli e medi, fanno il resto.
        La Calabria deve fare, così, i conti con alcune centinaia di  di capi e capetti locali, circondati da una infinità di persone che pensano di avere abbastanza carisma per diventarlo,  cui è dato di esercitare un potere discrezionale inaudito.
        Il legislatore, in un impeto di buonismo, ha privilegiato la ....buonafede dell'amministratore dimendicando che questi è anche un (avido) politico. Un politico "in corsa" il cui primo obiettivo è la rielezione. Nei piccoli comuni le opposizioni, il revisore dei conti, il segretario, i tecnici comunali i cittadini scomodi sono sotto il controllo di una sorta di nuovo e potente capo ... : il sindaco.
        Questi signori, i sindaci dei piccoli comuni del nostro paese, possono revocare i propri assessori, i più di fatto escludono le minoranze da qualunque partecipazione, le giunte sono spesso il luogo di chi ha ottenuto un "piacere", la nomina del revisore dei conti (spesso un qualsiasi ragioniere del circondario), la eventuale modifica dello statuto, decidere sugli investimenti pluriennali, le concessioni trentennali e chi ha più nè ha più nè metta sono approvati a maggioranza semplice, quando possibile è loro concesso di attribuirsi la gestione corrente autoassumendosi la direzione dei servizi comunali, sospendendo di fatto il principio di separazione tra chi traccia le linee strategiche e chi ha la responsabiltà di controllarne la legittimità e l'attuazione.
        Si fanno rieleggere, spesso, utilizzando il voto di scambio e quando non possono più essere rieletti, fanno eleggere teste di legno, fratelli, mogli, gregari per continuare a governare, contro lo spirito della legge, come vice sindaco o come direttore generale (vedi  gli innumerevoli casi già archiviati), senza che nessuna "autorità" si opponga.
        Quando poi  il paese è “turistico” ( vi sono nel nostro paese circa 5000 piccole città con un rapporto tra “seconde” e prime case che vanno dal 15% al 1700%) questi piccoli ras utilizzano a piene mani la possibilità offertagli di gestire tasse, tributi e tariffe con ampia discrezionalità, senza doverne rispondere al momento del voto. In Calabria molti dei paesi specie quelli costieri sono in questa condizione. In Calabria 18 comuni sono nella media nazionale, in 307 comuni  si raggiunge il livello di una casa di residenti ogni 2 abitazioni, in 72 comuni vi sono da 2 a 6,6 abitazioni per ogni casa abitata da una famiglia residente. Il comune di San Nicola Arcella, 15° a livello nazionale su 8103 comuni italiani, si presenta con 10,59 abitazioni per ogni abitazione di residenti, alla data dell'ultimo censimento ISTAT: il 2001! )
        Un sistema, così come configurato, è spesso bloccato e senza prospettive. Un sistema che, spesso utilizza uomini senza capacità amministrativa e, sempre, opera senza controlli visto che l’unico controllo rimasto, con la normativa corrente, è la Relazione sul Bilancio del Revisore dei Conti (che il sindaco stesso nomina).
        Gente  senza alcuna responsabilità nè amministrativa, nè civile, nè penale  che determina, spesso sconnesso dal circondario e irretito da piccoli affaristi da quattro soldi, scelte spesso importanti per il futuro sviluppo  del territorio ma anche della provincia e della regione, senza che le istituzioni superiori possano intervenire o interagire.
        Un caso di esempio che viene dalla esperienza personale è quello  che, in un momento in cui  piani interregionali e sopra provinciali sono tesi a costituire in un unico sistema turistico locale le risorse turistiche del mare del Golfo di Policastro, le località collinari e con i Parchi Montani confinanti, vede tutte le località dell'alto tirreno cosentino tentare di uscire dal Parco del Pollino o si guardarsi bene dall'entrare. Oppure il caso recente dell'amministrazione comunale di Praja che, invece di fare di tutto per acquisire la proprietà dell'isola di Dino, isola che fa parte del Parco Marino appena costituito e tesoro dell'Unesco, sembra stia contrattando con il "nuovo" proprietario per concedere e licenze edilizie e sanare abusi esistenti al fine di costruire sull'isola un centro turistico [....].  Oppure il caso dell'amministrazione comunale di Tortora che progetta un Parco eolico e continua circa ogni anno a ripasciare la sua spiaggia che viene di nuovo erosa dal mare l'inverno successivo e nello stesso tempo progetta un porto turistico, per altro nella stessa zona, come fa Praja, San Nicola Arcella che vuole trasformare in porto la Baia del Carpino, un luogo naturalisticamente unico  ancora non atropizzato, come progetta Scalea o come sta realizzando Diamante, unico luogo adatto per eventuale porto turistico di transito. La battaglia del sindaco di San Nicola Arcella che si sta battendo contro tutti per l'installazione di un intero parco eolico sulle colline prospicienti il Golfo di Policastro!  Un gazzabuglio di decisioni decisamente in contrasto tra loro che si auto elidono.

        Bisognerebbe rompere questa condizione di ingovernabilità, avere il coraggio di investire il proprio tempo di governo per cambiare questa situazione ed inventarsi  soluzioni alternative e risolutive.
        Rivedere, per esempio, la costruzione amministrativa della regione disegnando nuove strutture  intorno alla storia, alle caratteristiche socio culturali, alle geografia, alla natura, alla vocazione imprenditoriale, al mercato di riferimento del territorio superando la limitatezza di province disegnate sulla carta geografica, delegando propri poteri a  questi organi intermedi sia che si preferisca siano costituiti da un numero più ampio ma più dedicato di provincie ridisegnate, sia che siano una sorta di distretti controlati dalla Provincia stessa con delega al controllo degli investimenti e destinatari dei fondi regionali e provinciali per gli investimenti, con capacità di offrire servizi aggregati ai comuni del territorio controllato.
        Queste le osservazioni per quanto  riguarda la classe politica.

        Gli investimenti: I Fondi Europei sono al capolinea. La quantità di danaro investita per investimenti inessenziali, se non inutili e dannosi all'ambiente ed allo sviluppo futuro, la frammentarietà degli interventi, la duplicazione di stesse opere in circondari limitati, i piani strutturali obsoleti e spesso scopiazzati e senza un concreto contenuto se non nelle pagine delle somme richieste per interventi scollegati dalle premesse, sono stati accadimenti frequenti. Non sarà difficile scoprire nei PSC (Piani Strutturali Comunali), in via di costruzione, che molti sindaci, fregandosi le mani per gli affari da fare e per gli oneri di concessione da incassare, ha scambiato un documento di intenti che guarda al futuro assetto territoriale in un semplice Piano Regolatore.

        Sarebbe più utile definire un progetto prioritario regionale nell'ambito delle strutture di coordinamento locale sopra ipotizzate e perseguirlo con tutte le risorse disponibili. Agendo sul miglioramento e l'efficientamento delle opere pubbliche essenziali e non su quelle aggiuntive (per esempio studiando l'ipotesi di spostare la linea ferroviaria che corre lungo la costa verso la collina  (o facendola passare in galleria), programmando un serio piano di porti turistici, tenendo conto delle rotte delle imbarcazioni da diporto, formando i giovani locali all'accoglienza di qualità, creando occasioni di sviluppo di un polo di imprese a tecnologia avanzata.

        Come sarebbe auspicabile reinventarsi il finanziamento alle imprese, abolendo l'assegnazione di finanziamento a fondo perduto costituendo ed attingendo invece ad un fondo di rotazione.
        Un progetto utile è sicuramente la valorizzazione dell'esistente. Un progetto che "recuperi" il territorio e il paesaggio  recuperi e valorizzi le strutture e gli abitati antichi con l'obiettivo di renderli funzionali al turismo di qualità e  alla localizzazione di piccole imprese innovative a tecnologia avanzata. Ma anche capace di favorire il trasferimento di ricchi ed anziani pensionati in cerca di buon retiro. Un avvio e un volano per un futuro più ricco utilizzo. Ma anche e sopratutto un progetto dedicato ai giovani.

        I giovani calabresi: capaci e spesso intelligenti, sono in diminuzione e rappresentano al dicembre 2009 il 19,3% del totale della popolazione, con una diminuzione del -12,3% rispetto al 2001 (mentre crescono,  + 6,6%,  le persone non in età da lavoro, il 22,3% della popolazione.
        Ogni anno circa 25.000 giovani compiono 18 anni e si affacciano alla vita.
        Questi molto o troppo spesso sono abbandonati a se stessi. Così senza un adeguata preparazione ad affrontare i problemi del vivere civile emigrano in cerca di un qualsiasi lavoro. Chi è fortunato si ferma e fa carriera. Altri per inesperienza (o incapacità) accettano qualsiasi lavoro, marcando il loro futuro, per poi tornare nel proprio ambito senza alcuna prospettiva. A questi giovani bisognerebbe dedicare il tempo di una intera legislatura.
        Con un progetto rotativo, di durata limitata nel tempo (due/tre anni), che, con l’aiuto di “tutor”, potrebbe permettere, nel breve, ai giovani di divenire cittadini e futuri genitori consapevoli, che provochi un importante rinnovamento della società civile del paese.
        Un progetto che la Regione potrebbe sperimentare e che permetterebbe di formare per tre anni una parte consistente della futura società civile  calabrese.
        Il progetto avrebbe il merito di portare un efficace contributo nell'immediato ai problemi della disoccupazione giovanile e ai problemi degli ... anziani-giovani, cioè di quelle persone che il sistema produttivo ha espulso per propria rinuncia allo sviluppo e che, spesi i soldi ricevuti come incentivo all'uscita, non hanno ormai di che far vivere la propria famiglia, famiglia nella quale si trovano, guarda caso, uno o due giovani in età da lavoro, lavoro che non trovano.
        L'obiettivo è creare una task force a tempo determinato, eventualmente a livello territoriale, alla quale affidare il tutoraggio degli attuali giovani di età compresa tra i 18 ed i 25 anni preparando per ciascun giovane un progetto informativo e formativo specifico della durata di tre/sei mesi. Mettendo a fattore comune, dalla parte degli utilizzatori, i giovani, e non dalla parte delle strutture eroganti i servizi, i formatori, uno specifico stanziamento dedicato a questo scopo. Ai giovani che negoziano il proprio percorso formativo verrebbe, infatti, assegnato una sorta di “voucher”, una autorizzazione a spendere, che gli enti detentori di stanziamenti formativi utilizzeranno per giustificare l’utilizzo dei finanziamenti stessi. Ai giovani verrebbe assegnato, inoltre, un argent-de-poche per il tempo utilizzato per la formazione, oltre ad un eventuale riconoscimento delle spese sostenute per effettuare stage presso aziende o enti fuori del luogo di residenza.

        Il giovane sarà seguito dal proprio tutor  che lo indirizzerà in modo da farlo diventare un membro della società civile, un operatore del mondo del lavoro ed un cittadino europeo consapevole.
        Gli saranno pertanto forniti elementi per riconoscersi nella costituzione, gli sarà data conoscenza dei principi del codice civile, della struttura organizzativa del paese, della struttura organizzativa della comunità europea, delle tecniche organizzative aziendali, della struttura dei principi contabili, dei parametri statistici rappresentativi dei fenomeni del paese, di tutte le occasioni offerte dal mercato del lavoro; delle opportunità di creazione di impresa; della struttura previdenziale; del sindacato; del rapporto impresa/dipendenti/fisco. Naturalmente del progetto di formazione dovranno far parte l'apprendimento dei linguaggi informatici e della lingua inglese. Uno stage aziendale di alcuni mesi presso una impresa, se possibile europea, chiuderebbe  il percorso. L’attività potrebbe poi operare in un progetto formativo stabile.


        La missione che si vuole assegnare al territorio controllato nell'ambito degli obiettivi strategici di sviluppo che la regione si è data. Una regione che, visti i fallimenti sinora registrati, non potrà fare riferimento ed affidamento sull'industria ma che potrebbe avere chance di poter contare su uno sviluppo controllato dell'industria deill'innovazione tecnolocica e sul turismo anche quello stanziale (per esempio quello che riguarda la migrazione dei pensionati in ricerca di tranquillità e natura, che è tipico dei paesi anglosassoni) se solo i servizi essenziali (ferrovie, trasporti, poste, telefoni, collegamenti internet, ecc.) funzionassero, almeno, come nelle altre parti del paese.
        La Calabria che al momento è frequentata essenzialmente dal turismo di prossimità, un turismo di medio/basso livello, sembra turisticamente non competitiva per due ragioni la qualità dell'offerta (mare sporco, strutture turistiche mediocri se non fatiscienti, imprese, e personale, raccogliticce non qualificate all'accoglienza) e la mancanza di sistemi di trasporto adeguati (treni lenti e sporchi, trasporti interni fatiscienti). Senza contare i prezzi da rapina. La battaglia da fare non è sul prezzo o sui buoni sconto ma è sulla qualità dell'accoglienza, a partire dal posto sul treno!
        Una vacanza a Sharm el Sheikh in Egitto o a Djerba in Tunisia  è molto più confortevole  e, probabilmente costa di meno. E' più confortevole perchè si riesce a raggiungere in qualche ora, si può godere di un mare cristallino, si possono raggiungere locolità turisticamente ed ambientalmente appetibili ci si può godere  di una accoglienza di gran confort. Spendendo il giusto.

        La sanità: ultimo e importantissimo argomento. L'aver assegnato alle Regioni il gravoso compito di gestire una partita economica che forse supera l'80% dell'intero budget regionale  distogliendo l'attenzione dei politici e dei tecnici da problemi di ben più lungo respiro quali lo sviluppo economico, la gestione del territorio, l'attenzione ai giovani, alla scuola ed all'innovazione  e costringendo l'attenzione del management regionale su una questione, la salute, si sociale ma che è trattata come una mera questione economica di breve termine.
        In questo campo, la privatizzazione delle cure sanitarie  avviato dalle regioni ha di molto distorto la visione del problema.  provocando i danni che produce il sistematico ricorso a strutture ospedaliere esterne. L'unico (non) vantaggio che si ottiene è non spendere per investimenti, rischiando poi di dover pagare, con tariffe insostenibili per le prestazioni acquistate, lo spropositato tassso di rendimento che l'investitore si attende per aver sostenuto l'investimento.  E come corollario non previsto e (spero) non voluto, l'aver favorito  l'utilizzo di contratti atipici per medici e paramedici, per prestazioni sindacalmente asimmetriche rispetto a quelle dei dipendenti delle strutture rimaste pubbliche. In queste ultime l'aver instaurato, poi, un complicato e pervasivo sistema di controllo gestionale, che sta condizionando gli stessi medici facendo perdere loro la propria necessaria serenità, ha provocato atteggiamenti burocratici, per liberarsi della responsabilità del budget. La salute ed i servizi socialmente utili devono rimanere alla sensibilità della politica. Allora l'assemblea regionale dovrebbe liberarsi di questo bubbone  creando per esempio un autority regionale per la salute. Non per gestire ma per monitorare i comportamenti ed il controllo del risultato finale. Risultato finale che la struttura tutta pubblica  ottiene con il controllo delle prescrizioni,  l'assunzione di responabilità degli investimenti, con la programmazione della prevenzione ma sopratutto con l'eccellenza delle prestazioni offerte.

        In questo modo i politici regionali e le strutture che ad essi rispondono possono occuparsi dei pochi treni sporchi e costosi che corrono, ancora, lungo il litorale uccidendo un qualsivoglia sviluppo turistico dei paesi riveriaschi, delle linee telefoniche ed elettriche vecchie e lente, del risanamento ambientale, della valorizzazione di  ciò che c'è, della promozione del turismo, dello sviluppo di un polo dell'innovazione.
        Ma anche fermando l'installazione di parchi eolici che deturpano il paesaggio  e favorendo la ricerca e la produzione di energia solare,   il caso di un possibile utilizzo intensivo dei tetti dei luoghi di vacanza è emblematico. La Calabria, all'epoca dell'ultimo censimento aveva   un patrimonio di   726.614 abitazioni di cui ben 306.874  non abitate  da residenti. Tanti tetti di case non usate, almeno, per undici mesi, e spesso più, dell'anno è  l'uovo di colombo:  vendere l'energia prodotta da pannelli fotovoltaici installati su questi tetti. Altro che nuove e costose centrali nucleari. Con questo progetto si creerebbe un indotto di ricercatori, installatori, muratori, tecnici del controllo, tecnici di manutenzione, ecc., ecc., una economia nuova e tesa allo sviluppo tecnologico e per questo stabile nel tempo.
        Un  caso, per esempio,  che viene dalla esperienza personale è quello di San Nicola Arcella, una tipica cittadina turistica dell'Alto Tirreno Calabrese, è ancor più semplice. Le 4.800 (ora, forse, 5.300) abitazioni esistenti (dati ISTAT al 2001) sono concentrate in circa 50 complessi (la maggior parte grandi parchi costituiti da gruppi di piccoli edifici o da ville uni o plurifamiliari),  cosa che permetterebbe una semplificazione della concertazione con i soggetti implicati. L'installazione di panneli solari sulla metà dei tetti di queste abitazioni permetterebbe di chiudere una medio piccola centrale convenzionale dell'Enel, per il solo fatto che l'energia prodotta potrebbe essere per il 90%  ceduta a terzi o alla stessa Enel senza alcun danno per l'ambiente nè cementificando nè consumando territorio.

        Un progetto di programma, questo descritto, costoso ma pieno di occasioni di occupazione qualificata, capace di trattenere i giovani calabresi e di farne rientrare qualcuno. Ma anche capace di far rientrare i calabresi qualificati, la miglior cura per cambiare, in meglio, il sentire comune.

        Il tema è spendersi per il futuro, dedicare le nostre energie perchè i figli dei nostri figli stiano meglio di noi, non rincorrere gli eventi, non gestire per emozioni. Questa è la missione della politica.