Se non altro per rendere l'utente, finalmente, divenuto “cliente” capace di verificare la congruenza tra ciò che è stato programmato e ciò che si sta facendo.
Questo vale per i grandi comuni ma anche per quei comuni che hanno una struttura tecnico amministrativa striminzita e spesso non all'altezza dei compiti assegnati, in particolare per i comuni con meno di 5000 abitanti, la maggior parte degli 8.103 comuni italiani, una buona parte dei quali con un gran numero di contribuenti non residenti(2) .
Tenendo conto che per i comuni è già prescritta una, generica, pubblicazione su internet di alcuni atti amministativi (bandi, concorsi, ecc,), e del cattivo uso(3) che spesso di questa prescrizione si fa, ciò si può ottenere, a costo zero,:
- Rendendo obbligatorio per tutti i comuni l'utilizzo del nome di dominio ad essi riservato dal Registro Italiano in Internet (4), vietando nel contempo l'utilizzo di denominazioni con estensioni le più varie come oggi avviene;
- Rendendo obbligatoria la archiviazione on line di tutti gli atti amministrativi;
- Rendendo obbligatoria, e non facoltativo, l’utilizzo della possibilità che il sito del Governo (Italia.Gov.it) offre a tutti i comuni.
- le delibere consiliari, le decisioni di giunta, i decreti e le ordinanze;
- il piano degli investimenti e i relativi aggiornamenti;
- pubblicare atti, concorsi, contratti, concessioni, bandi di opere pubbliche e successive assegnazioni;
- l’elenco dei consulenti e dei professionisti utilizzati;
- le convocazioni del Consiglio Comunale e della Giunta con l’indicazione della data, dell’ora, dei punti all’OdG e dei modi per ottenere la documentazione a supporto;
- Chiarire agli impiegati e agli amministratori comunali i limite dell’utilizzo della legge sulla privacy. Legge abusata nel tentativo di rendere poco trasparente la gestione corrente.
Tutto questo può essere realizzato senza alcun costo per i comuni. Questi devono soltanto archiviare i propri documenti in un formato che non permetta modifiche fraduolente (ad esempio utilizzando un file .pdf) in una cartella del proprio sito collegato all’area ad esso dedicata da www.Italia.gov.it.
Attualmente solo 18 comuni utilizzano questa possibilità, peraltro impropriamente: i collegamenti sono al sito e no alle pagine specifiche. Cosa che può creare difficoltà o addirittura impossibilità a raggiungere i documenti di cui si ha bisogno.
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(1) Il progetto promuove:
• una competizione virtuosa pubblico-privato, tale da consentire efficace valutazione dell’attività svolta dalle diverse strutture di servizio;
• una logica di mercato nel rapporto con la PA, trasformando effettivamente (e non per slogan) il cittadino in cliente, avviando una innovazione destinata a trasformare il modo stesso in cui la PA concepisce se stessa.
(2) Nel novero del primo scaglione di questi comuni (2919 comuni con un numero abitanti residenti minore di 1500 e con 1.725.000 abitazioni), dove il livello dei controlli contabili è, di molto, annacquato e dove sono, relativamente, più consistenti finanziamenti regionali e statali, si annida un 32% di comuni (circa 900) che si avvantaggiano di un numero di abitazioni (il 44% di tutte le abitazioni di questo scaglione) mediamente pari a 3,18 volte le abitazioni dei residenti.
(3) In spregio alla trasparenza amministrativa, in alcuni casi, i file sono modificabili anche se pubblicati, vengono cancellati alla scadenza, si limitano alla pubblicazione della delibera e non contengono i necessari allegati tecnici.
(4) Il Registro Italiano in Internet gestito dal Consiglio Nazionale delle Ricerche detiene per legge un elenco preformato di nomi a dominio dedicati ai comuni per le attività istituzionali, non assegnabili liberamente (ad esempio: www.comune.sannicolaarcalla.cs.it)