Il problema non è tanto procurarsi nuove fonti per averne (di più!) a disposizione ma divenire quanto più possibile minori importatori.
L'attuale consumo di energia produce un importante peso nella bilancia dei pagamenti ma non solo. La continua variazione dei prezzi influisce sui prezzi dei prodotti nazionali e quindi incide sulla produttività ma incide anche sul disavanzo dei conti della nazione.
E' stato valutato che lavorando sul solo risparmio è conseguibile almeno il 20% dei consumi complessivi (Libro verde sull'efficienza energetica, Fare di più con meno, del giugno 2005). Analisi che ha portato alla recente Direttiva 2006/32 dell'aprile 2006.
Che con il petrolio a più di 60 Euro/barile hanno un valore economico dell'ordine di 12,5 miliardi di Euro/anno.
Più in generale il problema non è tanto procurarsi nuove fonti per averne (di più!) a disposizione ma divenire, quanto più possibile, minori importatori.
L'attuale consumo di energia produce un importante peso nella bilancia dei pagamenti ma non solo. La continua variazione dei prezzi delle fonti energetiche (di qualunque tipo dal petrolio al nucleare) influisce sui prezzi dei prodotti nazionali (e quindi incide sulla produttività!) ma incide anche sul disavanzo dei conti della nazione.
Con riferimento al settore elettrico, nel 2005 l'Italia ha consumato circa 329,4 TWh (miliardi di kWh). Applicando la stessa riduzione ipotizzata per la domanda energetica nel suo insieme si può stimare un limite superiore della riduzione dei consumi conseguibile pari a 65 TWh, che hanno un valore di 4,2 miliardi di euro l'anno.
Nei settori industriali si possono ottenere importanti riduzioni di consumo. Uno studio ANIE (Associazione Nazionale Industrie Elettriche) stima che circa la metà dei 138 TWh (miliardi di kWh) dei consumi elettrici dell'industria siano imputabili al funzionamento di motori.
L’introduzione di tecnologie avanzate per la minimizzazione dei consumi, il recupero energetico e il ricorso a fonti di energia rinnovabile porterebbero a sensibili riduzioni degli effetti del costo delle fonti energetiche importate.
Un programma di efficientamento energetico delle Ferrovie Italiane potrebbe, per esempio, produrre una sensibile diminuzione dei consumi di energia.
I consumi energetici totali - per energia elettrica delle Ferrovie dello Stato ammontano a 1,3 Mtep di cui 1035 tep x 1000 di consumi elettrici per trazione (dati del bilancio 2008, riferiti al 2003). E' bene ricordare che l'energia elettrica consumata dalle Ferrovie dello Stato e da alcuni settori produttivi è sottoposta "regimi tariffari speciali" disposti per legge, a crico della comunità tutta.
Ma un programma di utilizzazione dei circa 19.000 km e delle relative infrastrutture delle Ferrovie Italiane come base per l'installazione di sistemi fotovoltaici, così come progetta di fare l'ENEL con il progetto «Cabine Primarie», o l'utilizzo delle centinaia di stazioni di trasformazione elettrica disposti lungo il percorso dei treni, spesso in luoghi poco abitati ma vicini a città o paesi, come stazioni di produzione di energia da rifiuti, potrebbe consentire una significativa fonte alternativa di energia elettrica .
Lo stesso vale per le società autostradali con il loro 5.370 Km di percorsi autostradali (scarpate, guardail centrale, ponti, autogrill, ecc. ecc.) o per le decine di migliaia di metri quadrati di tetti delle 5.198.274 seconde case, di cui circa l'85% situate in piccoli o piccolissimi centri specie al sud Italia.
Contrarimente a quanto affermato in una mozione dell'attuale maggioranza, firmata dal capogruppo (Maurizio Gasparri) e dal vicecapogruppo (Gaetano Quagliariello) del Pdl, dove si afferma che «Le aree richieste dal solare sono 64 volte più ampie a parità di potenza ma 180 volte più ampie a parità di energia ... e si elencano le «difficoltà realizzative dovute al siting »., il tutto senza occupare un metro quadrato di terreno!
Uno studio della Commissione Europea ha rilevato che in Italia la superficie di tetti disponibili (con orientamento verso Sud, Est o Ovest) e' di 370.000.000 metriquadrati, mentre quella delle facciate e' di quasi 200.000.000 metriquadrati. Se questi spazi fossero coperti da moduli fotovoltaici, sarebbe possibile produrre circa 130 TWh/anno, vale a dire 130 mila milioni di kWh l'anno, pari al consumo annuo di energia elettrica di oltre 30 milioni di famiglie (considerando una media di 4.000 kWh/anno per nucleo familiare).
Tra questi l’incentivo all’istallazione, quanto più generalizzata è possibile di soluzioni costruttive orientate alla pratica dello sviluppo sostenibile come p.e. la previsione di un sistema di smaltimento e riutilizzo dei rifiuti, il riuso delle acque reflue per l’umidificazione delle aree verdi del territorio, l’utilizzo di pannelli fotovoltaici per la produzione di energia elettrica e di pannelli solari per la produzione di acqua calda.
Nel campo della produzione di energia elettrica senza emissione di CO2, la trovata rivoluzionaria è appunto la creazione di una centrale per la produzione di energia elettrica diffusa che, utilizzando la struttura di distribuzione elettrica esistente, mette in rete di un gran numero di mini-centrali per la produzione di energia utilizzando i tetti degli edifici conferiti per l’utilizzo al progetto. Senza consumare territorio verde.
In sostanza l'energia fornita da un singolo utente, o da un condominio, viene immessa in rete e venduta a una quotazione calibrata in modo da sostenere lo sviluppo del settore.
Se poi si mettono i pannelli fotovoltaici nella casa al mare, dove si finisce per produrre più di quello che si utilizza, è possibile firmare un contratto che prevede la vendita dell’energia prodotta e il pagamento a parte dell'energia consumata (visto che la casa a mare viene utilizzata per 20-30 giorni all’anno) è possibile ottenere un saldo attivo vendendo più del 90% dell’energia prodotta).
Ogni mini-centrale fornisce l'energia necessaria all’intero consumo domestico, che come si diceva sarà limitata a meno del 10% dell’energia prodotta, a costo zero. Il resto, il 90% della produzione di energia residua non utilizzata in casa, viene convogliata insieme alla residua produzione delle altre centrali domestiche all’ENEL che la redistribuisce ai propri utenti. Tutto senza costruire costose nuove grandi centrali, solo interconnettendo come tanti mini-computer collegati grazie a Internet le centomila (e forse domani i milioni) di mini-centrali domestiche.
Peraltro i tempi sono ormai maturi. La normativa recentemente pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale n. 132 il DPR n. 59 del 25 giugno 2009, relativa al rendimento energetico in edilizia, tocca diversi aspetti legati alle rinnovabili e al risparmio energetico rendendo obbligatoria la certificazione energetica per i nuovi edifici, l’installazione di moduli fotovoltaici e solare termici sui nuovi edifici, pubblici e privati, e nelle ristrutturazioni.
La trafila per realizzare economicamente tutto questo è semplice. Si va in banca per prendere 7 mila euro a tasso agevolato, il 2 per cento, per ciascun nodo associato. Con questi soldi si comprano 7-8 metri quadrati di pannelli fotovoltaici, quanto basta per ottenere 1,5 chilowattora di potenza. Si mette l'impianto in giardino, o sul tetto, o sul terrazzo. Lo si collega al contatore elettronico, già arrivato in molte case, per vendere all'Enel o alle ex municipalizzate l'energia prodotta. E si aspetta. Ogni giorno che passa porta un credito virtuale che alla fine dell'anno si trasforma in vantaggio materiale: un incasso che permette di ammortizzare la spesa d'installazione in 10 anni e di non pagare l’energia consumata, ottenendo due vantaggi accessori. Il primo è che la mini centrale fotovoltaica dura 25 anni e gli ultimi 15 garantiscono un guadagno netto. Il secondo è la soddisfazione di utilizzare energia pulita, che non minaccia la stabilità del clima.
Ma il caso di un utilizzo intensivo dei tetti dei luoghi di vacanza è emblematico. Tanti tetti di case non usate per undecisimi dodicesimi , e spesso meno, dell'anno.
Il caso, per esempio, di San Nicola Arcella, una tipica cittadina turistica dell'Alto Tirreno Calabrese è ancor più semplice. Le 4.800 (ora, forse, 5.300) abitazioni esistenti (dati ISTAT al 2001) sono concentrate in circa 50 complessi (la maggior parte grandi parchi costituiti da gruppi di piccoli edifici o da ville uni o plurifamiliari). Cosa che permetterebbe una semplificazione della concertazione tra i soggetti implicati. Naturalmente vi sono fior fiore di banche disponibili a finanziare una iniziativa senza rischi come questa.
In Italia è attivo un meccanismo di incentivazione, definito “Conto Energia”, per la produzione di energia elettrica mediante impianti fotovoltaici. Lo Stato riconosce, per 20 anni, ai cittadini e alle aziende proprietarie di impianti fotovoltaici un contributo per tutta la produzione di energia elettrica. Per valutare la convenienza di un impianto fotovoltaico è importante calcolare il Tempo di Ritorno dell’investimento, che è il tempo che occorre per ripagare l’investimento stesso, e il Tasso Interno di Rendimento, definito come un indice di redditività. Questi indicatori dipendono ovviamente dalla zona di installazione dell'impianto.
San Nicola Arcella è posta in una zona ad altissimo rendimento.
Se si immagina di realizzare 500 mini-centrali in domicili pubblici o privati, interconnesse tra loro, queste possono fornire, utilizzando 10 mq di pannelli solari ciascuna, una produzione di energia di 1.000.000 kW (pari a 114 MW, una potenza di una piccola centrale termoelettrica ENEL), di cui circa 900.000 kWh da reimmettere in rete e un introito annuo di circa 400.000 euro dopo aver pagato l’energia effettivamente utilizzata. Questa considerevole entrata annua in parte, e per un periodo limitato, servirà a pagare l’investimento di circa 2,5 milioni di euro da realizzare. Ancora più conveniente (più 5 per cento) la tariffa per chi produce l'energia che consuma, per chi utilizza questa procedura per edifici pubblici, scuole e ospedali e si eliminano le coperture in eternit.
Un investimento con un tasso interno di rendimento pari a circa il 10%. Il plus di tale operazione è che non sarà immessa in atmosfera ben mezzo milione di kg/anno di CO2 per i prossimi 25 anni, con alta efficienza nel rapporto consumo-produzione di energia rispetto ad altre forme di produzione di energia sostenibile, p.e. l’eolico.
In ogni caso i Tassi Interni di rendimento degli impianti fotovoltaici sono sempre superiori ai normali tassi di rendimento degli investimenti in titoli di stato (BOT, BTP, CCT) che mediamente sono al 3-4% (attualmente sono dell’ordine dello 0,5%). La stessa Enel (attraverso Enel.si) propone un finanziamento senza acconto e pagamento in 12 anni con rate mensili di importo costante (finanziamento a tasso fisso) e prima rata a 6 mesi dall'erogazione.
Si può prevedere che per la realizzazione di questo progetto possa valere, per l’installazione di circa 5000, non meno di 2.500.000 di euro e dare lavoro ad almeno un centinaio di addetti per un anno equivalente pari a 20 - 25.000 giornate lavorative oltre ad un ritorno economico per le imprese commerciali relativamente a forniture di materiali e di attrezzature per circa 2,0 milioni di euro.
Ma vale ancora di più in termini di attuazione di un modello di sviluppo locale basato sul recupero e la ristrutturazione di tutto ciò che totalmente o parzialmente disponibile è attualmente inutilizzato, abitazioni, aree verdi, esercizi commerciali, imprese di servizi, capace di avviare tutte le potenziali iniziative nell’area dello sviluppo sostenibile che diano garanzie di poter irrobustire il tessuto socio-economico del territorio.
Applicazioni che se anche dovessero produrre costi di investimento pari a 10-15 anni di costo di acquisizione di energia dalle attuali fonti, sarebbero investimenti realizzati senza importare ed utilizzare petrolio o carbone e utilizzando imprese, tecnologie e personale per la maggior parte locale.
Con il beneficio di avviare verosimilmente autonomi processi di Ricerca&Sviluppo sul tema del rsparmio di energia.
Uno studio della Commissione Europea ha rilevato che in Italia la superficie di tetti disponibili (con orientamento verso Sud, Est o Ovest) e' di 370.000.000 metriquadrati, mentre quella delle facciate e' di quasi 200.000.000 metriquadrati. Se questi spazi fossero coperti da moduli fotovoltaici, sarebbe possibile produrre circa 130 TWh/anno, vale a dire 130 mila milioni di kWh l'anno, pari al consumo annuo di energia elettrica di oltre 30 milioni di famiglie (considerando una media di 4.000 kWh/anno per nucleo familiare).
Applicazioni recenti di una tale impostazioni è il progetto Mille Tetti. Tetti di interi territori trasformati in centrali elettriche.
Applicazioni che se anche dovessero produrre costi di investimento pari a 10-15 anni di costo di acquisizione di energia dalle attuali fonti, sarebbero investimenti realizzati senza importare ed utilizzare petrolio o carbone e utilizzando imprese, tecnologie e personale per la maggior parte locale. Con il beneficio di avviare verosimilmente autonomi processi di Ricerca&Sviluppo sul tema del risparmio di energia.
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1) E' una unità di misura di energia. Esprimere MTEP in kWh farebbe scrivere ogni volta una decina di zeri, quindi si usa l'MTEP. Rappresenta la quantità di energia rilasciata dalla combustione di una tonnellata di petrolio grezzo e vale circa 42 GJ. Quindi è anche utile perché ti dà subito un'idea di quanto petrolio sarebbe necessario per produrre la stessa quantità di energia con una centrale solare.
2) Alcuni dei multipli e sottomultipli più utilizzati del watt:
milliwatt (mW) = 10-3 W = 0,001 W
watt = 100 W = 1 W
chilowatt (kW) = 103 W = 1000 W
megawatt (MW) = 106 W = 1 000 000 W (1000 kW)
gigawatt (GW) = 109 W = 1 000 000 000 W (1000000 kW) 1000 MW
terawatt (TW) = 1012 W = 1 000 000 000 000 W
Si può quindi dire che una lampadina consuma 100 W e che una centrale produce 1 GW, quindi in due ore la lampadina consuma 200 Wh e in un anno la centrale produce 8760 GWh.