Leggo che si vuol mandare a casa Elio Catania, l’ennesima testa d’uovo che le Ferrovie dello Stato ha bruciato. Mai uno di questi “managers” è riuscito a governare le Ferrovie, fatto salvo, forse Schimberni.
Ma leggo, poi, che lo si vuol sostituire con un certo Maurizio Moretti un ex sindacalista CGIL, uno dei tanti che all’epoca del duo Viaciago/Necci , fu premiato per aver mandato a casa circa 100.000 ferrovieri e tra questi il fior fiore dei tecnici, inestimabile patrimonio della società.
Mi domando se qualcuno delle persone che si alternano al governo di questo strano paese si sia mai seriamente domandato perché le Ferrovie dello Stato hanno raggiunto il fondo.
Ma mi chiedo, anche, se è possibile che questi stessi nostri rappresentati non si rendano conto che il livello di sfascio raggiunto non sia il risultato del mancato rinnovo di una classe di dirigenti intermedi incapace di fare il proprio mestiere e orientati solo a consolidare il proprio piccolo potere.
Errori nella scelta degli investimenti, errori nella scelta delle priorità, errori nella scelta del segmento di mercato da servire, errori nelle strategia di mercato, errori di gestione, superficialità nelle scelte sulla sicurezza, arroganza, e assoluta mancanza dei più elementari principi etici che devono essere oggetto della gestione di un servizio, specie se questo servizio è fornito da una società dello Stato.
I ritardi, ormai divenuti cronici tanto da dover richiedere un allungamento dei tempi in orario (vedi p.e. l’allungamento di 20 minuti del percorso Reggio Calabria/Roma per l’intercity plus), le lunghe ed interminabili attese dei treni alle entrate delle stazioni, per insufficiente programmazione, la ormai consolidata abitudine di fermare lungo il percorso gli altri treni per aspettare il passaggio degli Eurostar. Senza parlare della scandalo del rinnovo (sic!) e messa in linea di alcune vetture messe in linea negli anni cinquanta, dovrebbero essere indicativi di cosa fare.
Ma ancor più grave è dimenticare la lunga catena di incidenti, e di morti e feriti, per insufficiente attenzione alla sicurezza.
Tutti de-meriti di una gestione arrogante che ha privilegiato solo gli investimenti non prioritari, come l’Alta Velocità, alcune decine di miliardi di euro per una linea ferrata che, ad oggi, è utilizzata da un sol treno! , e, ed è un controsenso, la ristrutturazione delle stazioni.Dimenticando gli utilizzatori abituali del treno e la loro sicurezza.
Ma, anche, errori nelle scelte strategiche/organizzative per una azienda dove, ormai da anni, il Ministro dei Trasporti si è sempre considerato, fino ad ora, come una sorta di Presidente Onorario, con il risultato delle inenarrabili inefficienze di cui sono soggetti passivi i consumatori. E con il risultato che una inevitabile e ben congegniata societarizzazione delle attività gestite a suo tempo dalle Ferrovie dello Stato si è rivelata solo una occasione per regalare “posti” di prestigio a qualche ignoto ed inconsapevole ex ottimo sindacalista
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