Il solco tracciato dalla destra è diventato così profondo che i nostri stanchi politici non si accorgono neanche più di quanto lontana sia diventata la partecipazione e la democrazia. Molti, inascoltati, chiedono che il governo torni a "fare politica" e lasci la gestione degli accadimenti del "giorno dopo" alla struttura amministrativa troppe volte scavalcata da politici che cercano visibilità.
Non credo sia possibile che si possa gestire (efficacemente) il paese facendosi guidare dalle emozioni. Non è certamente questa la missione che noi cittadini affidiamo ai politici che eleggiamo. Nè è possibile che l'attuale capo del governo, autonominandosi Capo del Dipartimento Eventi&Disastri, dichiari la propria predilezione a disegnare e costruire le casette per i terremotati di fronte al disastro dell'economia nazionale e del mondo occidentale.
Chi è rimasto a progettare e gestire la strategia per ridare competitività alla nostra economia reale? Dove sono finiti i precari che non vedono rinnovato il proprio contratto, gli operai in cassa integrazione, i licenziati senza alcuna garanzia, i colletti bianchi divenuti ormai un peso economico, i dirigenti di medio livello che non sono capaci di trovare un qualsiasi lavoro perché ritenuti troppo istruiti o troppo anziani, tutti quelli che sono obbligati a dormire in macchina, i pensionati che si sono ridotti a mangiare alla Caritas?
Chi si sta curando dell'avvenire dei nostri figli, una non generazione che sta consumando i risultati di una intera vita di lavoro e delle conquiste dei propri genitori? E infine, chi sta ponendo le basi per il futuro dei figli dei nostri figli?
Nessuno!
Ma soddisfare questo bisogno non è, per caso e in democrazia, il compito della intera Società Civile e quindi della mediazione che nasce dal (più vivace possibile!) dibattito tra i politici delle varie parti (gruppi, associazioni, intellettuali, politici o persone) o ( in uno!) dei partiti che ci rappresentano?
Io credo che bisognerà ripartire dalla indignazione dei cittadini ritrovando la democrazia e utilizzando i necessari pesi e contrappesi. La richiesta alla politica è maggiore partecipazione e maggiore democrazia: tutte le voci devono essere ascoltate (anche a scapito dei tempi delle decisioni), i partiti devono accettare la contaminazione di tutti e smetterla di essere un partito-azienda o peggio una azienda-partito, come sta dimostrando di essere il PD.
Francesco Nunziata
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