domenica 8 febbraio 2009

Ferrovie ed authority

Un secondo eurostar che si spezza, intercity che, dismesso il proprio storico ed elegante materiale rotabile, viaggiano con vecchie carrozze degli anni quaranta alla bene e meglio (sic!) riconfigurate (come la carrozza n° 61 83 19-90 110-3 sulla quale ho avuto la sventura di viaggiare qualche giorno fa).
Livello delle tariffe, costo delle prenotazioni, degli sconti, sistemi di sanzionamento, ecc. determinate senza alcuna logica.
Tempi di percorrenza abbondantemente in crescita in questi ultimi anni, alla faccia del rinnovo tecnologico e degli investimenti profumatamente pagati dallo Stato (e dai cittadini tutti e non solo da quelli che pagano il biglietto), come il percorso Roma Napoli cresciuto in venti anni di circa 30 minuti, a parità di materiale ferroviario utilizzato.
Tempi orari non aggiornati come, per esempio, il percorso Reggio Calabria-Napoli cresciuto di 20-30 minuti, nonostante l'apertura della scorciatoia Vesuvio, una importante opera che, abbondonata la vecchia e panoramica linea costiera, permette un risparmio temporale di almeno 20 minuti nel percorso tra Salerno e Napoli.
Treni bloccati nelle stazioni per decine di minuti per aspettare il sorpasso di un eurostar in ritardo, ecc, ecc.

Come si può immaginare che la rete, la gestione del trasporto pubblico a redditività sociale(pendolari, intercity) o la gestione del servizio a redditività economica (Eurostar/Alta Velocità) facciano capo ad un unico centro di potere, con un consiglio di amministrazione che costa due milioni di euro all'anno, impelagato nella "gestione" di una pletora di circa 70 aziende partecipate, le più disparate, e la cui attenzione manageriale è tutta dedicata a fare la concorrenza sulla linea Roma-Milano ad Alitalia, possa gestire in assoluta autonomia tutto il trasporto ferroviario italiano, rete compresa?

Non è il caso che, l'avvicinarsi dell'avvio del servizio di un nuovo gestore ferroviario passeggeri, sia l'occasione per riportare il controllo sulla gestione della rete e quindi della priorità degli investimenti e delle strategie del trasporto pubblico nell'ambito del controllo del Parlamento?

Ormai è il tempo, per una corretta gestione delle regole comuni, che il governo pensi seriamente ad istituire una Autority dei Trasporti.
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(dati del bilancio 2007)

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