sabato 20 dicembre 2014

Uno scempio incombente

Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo
Sottosegretario di Stato
On. Ilaria Borletti Buitoni
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Oggetto: San Nicola Arcella 

Ci domandiamo cosa ha fatto e cosa può fare la locale Sopraintendenza ai Beni Culturale ed Ambientali per fermare il tentativo di antropizzazione del fronte mare e delle spiagge di un luogo. San Nicola Arcella, sottoposto ai vincoli del Decreto Ministeriale del 15 dicembre 1969 (G.U. n° 8 del 10/01/70), che decreta: “La zona costiera sita nel territorio del comune di San Nicola Arcella (Cosenza) ha notevole interesse pubblico ai sensi della legge
29 giugno 1939, n. 1497”.

In particolare, come si può controllare la legittimità della:
• installazione di un gazzebo/ristorante in zona protetta ai piedi del Palazzo del Principe di Lanza di Trabia (manufatto a sua volta protetto della Sopraintendenza ai Beni Ambientali);
• una serie di ambigue delibere sulla la destagionalizzazione delle concessioni balneari (conferenza dei Servizi Piano Spiaggia Comunale)
e la liberalizzazione della apertura di esercizi commerciali in un contesto che ha già visto la Sopraintendenza ai Beni Ambientali e le strutture tecniche comunali, approvare un Piano di edificazione e rilasciare licenze nel territorio per circa 4.700 nuove abitazioni, a partire dal 1970 (anno in cui il borgo di San Nicola Arcella era composto da 692 abitazioni), di cui ben 3732 approvate e costruite nel periodo 72-91 (circa 15 abitazioni/mese) e mai cessata: la cosa si è ripetuta nel periodo 2001-2011 con ulteriori 8-900 abitazioni (circa 8 nuove abitazioni medie/mese) e non se ne vede la fine.

Atti e fatti che fanno temere l’ultimo e definitivo assalto al tentativo di urbanizzazione del fronte mare e delle spiagge legato al solo filo della approvazione della Sovraintendenza ai Beni Ambientali alla quale si appellano le associazioni ambientaliste locali. Tra queste l'Associazione Amici di San Nicola Arcella – Onlus che, nata nel 1999 e forte ad oggi di 350 soci attivi, si è spesa molto, in questi anni, per evitare ulteriori scempi.

Ci chiediamo se, oltre la verifica della legittimità degli atti e il controllo di eventuali abusi, si possa immaginare un intervento che fermi questo scempio sulla l’ultima zona ancora salvabile, che rappresenta da per tutto l’immagine della Calabria.


Allegato:
- APPROFONDIMENTO 

Roma 25 maggio 2014



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