sabato 20 settembre 2014

Portavoce del niente

Non prendetevela con @matteorenzi o con le sue girls (o i suoi boy-scout) portavoce di un governo ombra di professorini formatisi nel brodo della dottrina delle destre a quel tempo dominanti. Il problema e il sistema formativo italiano affidato a settantenni che si sono formati a loro volta leggendo, in gioventù, non pregevoli traduzioni di testi a loro volta risalenti a politiche ormai desuete, in un mondo dove ormai le imprese sane sono multinazionali con enormi poteri transnazionali e che
, attraverso i propri collaboratori, investono in valorizzazione della conoscenza e in innovazione.

O in tempi che esaltano, per i paesi con un mercato domestico piccolo come il nostro, le capacità artigianali con prodotti di nicchia destinati all'importante mercato dei nuovi ricchi.

Governare sulla onda delle emozioni è ormai  la sola attività dei nostri attuali governanti figli di una legge Bassanini che ha assegnato ad ognuno degli oltre 8.000 sindaci dei piccoli e piccolissimi centri italiani un potere inusitato. Dei piccoli Ras, grandi elettori del renzismo imperante, che , spesso ignorando o eludendo la legge per qualche voto in più, possono tutto. Fino a credere di poter governare  le strutture chiave del paese.
Un paese che non si salva con le false riforme che qualche professore chiacchierone suggerisce al FMI o ai burocrati europei.
Ma che avrebbe bisogno di mille piccoli interventi a livello operativo: p.e. non approvare leggi che incidono in negativo sulle  coperture di futuri bilanci  a parità di servizi offerti; non assegnare finanziamenti a pioggia; finanziare progetti  chiari, e non copertine, in conto capitale in base a spese effettivamente sostenute e sulla base dell'ottenimento degli obiettivi di mercato e di tempo programmati, con una garanzia di prima istanza sull'attivo patrimoniale e non solo sulla occupazione prodotta nel breve termine; uniformare le pensioni dei dipendenti separandole dalle pensioni sociali e/o dalla assistenza; far partecipare i dipendenti agli utili di impresa visto che, con le nuove regole, rischiano alla pari dell'imprenditore; considerare fiscalmente utili distribuiti i compensi ai manager eccedenti p.e. la media europea (benchmark); ecc. ecc.,  ricordando che la flessibilità occupazionale e' una ricchezza per l'impresa, per il lavoratore e per il paese se è orizzontale, poichè cambiando azienda egli porta con se il knowhow acquisito  e che nel nostro paese non è alto il costo del lavoro ma è basso il valore aggiunto dei prodotti che le nostre imprese producono.

Ma per la protezione delle nostre imprese migliori è anche necessario attivare un serio sistema di certificazione dei prodotti, impedendo p.e. l'importazione di beni a basso prezzo ma non in regola.

Ed anche scrivere leggi chiare senza virgole, congiunzioni, avverbi, perifrasi, richiami, ecc.; eliminare l'accumulo di regolamenti di attuazione non emessi; trasformare i ministeri in agenzie togliendoli dal circuito della scrittura delle leggi; riunire il Servizio Sanitario Nazionale, lasciando alle Regioni la programmazione ed il controllo dello sviluppo locale; riunire i piccoli comuni in unità, anche interregionali, con medesimo opportunità di sviluppo; ecc.ecc.

Se poi serve fare un  po' di cassa, basta pescare nei piccoli comuni turistici dove, mancando il controllo del voto, i possessori di seconde case che in qualche caso raggiungono più del 1000% delle famiglie residenti sono pesantemente vessati e dove i rendiconti annuali sono infarciti da  residui attivi, spesso inconsistenti, che potrebbero essere oggetto di un programma guidato di cessione di credito, liberando, tra l'altro, Equitalia di una enorme mole di lavoro  spesso inutile.

Francesco Nunziata

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